lunedì 21 novembre 2005

Risposta al commento di Francesco

--- Post eliminato ---

3 commenti:

  1. Carissima Gufa,
    sei proprio una donna intelligente e sensibile. Sono onorato del tuo commento.
    Hai colto il punto.
    Che cosa è la verità?
    E' una domanda antica. La pose anche Pilato a Gesù Cristo.
    Per me è semplice. Un esempio: prendo un bicchiere. E' un bicchiere per chiunque. E' un dato.
    Cosa ne faccio del bicchiere?
    Lo uso per bere o per tirarlo in testa a qualcuno in un impeto di rabbia.
    Qual'è l'uso per cui è fatto? Per bere (uso buono), per tirarlo in testa (uso sbagliato).
    Il bicchiere è fatto per bere.

    L'esperienza personale è proprio quella che ci suggerisce l'uso buono.
    Si vede se è meglio usarlo nel primo o nel secondo modo.

    Se io dico: "il bicchiere è quello che io penso" allora tutto va bene e non esiste più un oggetto dato. Di solito i "matti" ragionano così. Questo oggetto è quello che mi sembra non quello che è davvero.

    La mamma è la mamma. La mia o la tua è sempre mamma. La donna è la donna. Non posso farne quello che voglio perché è una persona con la sua dignità.
    Se io, maschio, dico: "la donna è una serva ed io ne faccio quello che voglio" introduco una non-verità, una bugia. Allora sì che "posso" violentarla, offenderla, usarla. Ma è una bugia, perché la donna NON E' una serva. La donna è una persona come me. Io non voglio essere usato, violentato, offeso. Non posso trattare la donna diversamente da me.
    Questo, nella storia, l'hanno detto per la prima volta gli ebrei (Bibbia) e Gesù Cristo l'ha richiamato più chiaramente. La Chiesa semplicemente lo ripete: la donna è degna come te, uomo. E' una persona. E' un dato di fatto.
    Il divieto è l'affermazione al negativo del dato positivo. Non posso usare come voglio della donna semplicemente perché la donna "E'" come me, persona degna di rispetto.
    Il bambino è lo stesso.
    Io, tu, tutti siamo dei bambini cresciuti, siamo "persone".
    Semplice, no?
    I miei occhi vedono questo, il mio cuore sa bene questo.
    Ecco perché io ho idee diverse dalle tue e ti stimo; tu hai idee diverse dalle mie e mi stimi.
    Tu ed io siamo molto di più delle nostre idee.
    Siamo persone umane, tu donna io uomo, pari in dignità, rispettabili, amabili.
    Questa è la verità.
    La Chiesa molto semplicemente richiama questo dato di fatto.
    Poi è la libertà, la mia libertà che ti riconosce degna di stima perché donna, la tua libertà che mi riconosce degno di stima perché uomo. Questo non tanto per le idee diverse, per le "interpretazioni" della realtà; ma per il riconoscimento del dato di fatto, comune a te ed a me.
    Lasciami aggiungere che oltre a stimarti, ti voglio proprio bene.
    Perché? Perchè sei come me, una persona umana.
    Ad una capretta (mi piacciono un sacco) non avrei mai potuto dire queste cose, non avrei potuto confrontarmi con lei, non avrei potuto guardarla negli occhi e riconoscerla pari a me in dignità.
    Questo è affascinante.
    Questo è meraviglioso ai miei occhi ed al mio cuore.

    Grazie per avermi risposto
    Francesco (Cecco)

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